L’Assemblea ordinaria dei soci di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. ha esaminato lunedì il bilancio consolidato che evidenzia un utile netto consolidato, ante impairment sugli avviamenti di Unipol Banca, pari a 226 milioni di euro (-94 milioni di euro post effetto impairment) ed ha approvato il bilancio individuale 2011 della Società – nei contenuti già noti al mercato – deliberando di coprire la perdita d’esercizio, pari a 358 milioni di euro, mediante utilizzo per pari importo delle riserve patrimoniali disponibili.
L’Assemblea si è inoltre espressa favorevolmente sulla politica in materia di remunerazione dei componenti gli organi sociali e dei dirigenti con responsabilità strategiche, ai sensi dell’art. 123-ter del Testo Unico della Finanza ed ha approvato l’adozione del Piano di compensi basato su strumenti finanziari rivolto al management della Società.
L’Assemblea, infine, ha rinnovato l’autorizzazione al Consiglio di Amministrazione ad acquistare e/o disporre di azioni proprie, con un limite massimo di spesa – invariato rispetto agli esercizi precedenti – di euro 100 milioni e/o di azioni della controllante Finsoe S.p.A., con un limite massimo di spesa di euro 45 milioni, per la durata di 18 mesi dalla delibera assembleare.
Alla data odierna né Unipol Gruppo Finanziario, né le sue società controllate risultano detenere alcuna azione propria o della controllante Finsoe.
Riguardo al primo trimestre il gruppo prevede un risultato positivo molto maggiore rispetto al 1° trimestre del 2011 e un combined ratio in aumento significativo rispetto al già ottimo 95,5% di fine 2011.
Lo ha dichiarato l’a.d. Carlo Cimbri, che si è anche soffermato sulla solvibilità del gruppo stimata al 31 marzo in circa 1,5 volte i requisiti richiesti. “Il nostro solvency è di 1 mld superiore rispetto a quanto richiesto dai minimi regolamentari”, ha precisato.
Nel primo trimestre la raccolta danni dovrebbe confermarsi stabile (1.075 milioni di euro; +0,7% rispetto al primo trimestre 2011), mentre la produzione del comparto vita ha raggiunto un totale di 580 milioni di euro (-9% rispetto al primo trimestre 2011, a perimetro omogeneo).
L’intervento dell’Antitrust che ha bloccato, almeno momentaneamente, la prevista fusione a 4 tra Unipol, Premafin, FonSai e Milano Ass., non pregiudicherà la sostanza dell’operazione. Ne è convinto l’a.d. della compagnia assicurativa bolognese, Carlo Cimbri, che ha affrontato l’argomento a margine dell’assemblea dei soci Unipol, terminata da poco. “I tempi iniziali prevedevano la definizione dei concambi entro metà marzo. Poi ci sono stati slittamenti non dipendenti dalla nostra volontà“, ha infatti spiegato Cimbri alludendo alle decisioni assunte dalla Commissione e aggiungendo che la sospensione di 45 giorni imposta “non va a modificare la struttura dell’operazione, che prevede gli aumenti di capitale entro l’estate, entro luglio”.
“Dall’aggregazione”, ha tuttavia riconosciuto l’a.d., nascerà un gruppo “con una quota di mercato importante. Abbiamo già previsto una riduzione della presenza. Sarà sufficiente? Ne parleremo con le autorità. Non mi sembra a priori un’aggregazione che vada a stravolgere il mercato, vanno solo adeguate le dimensioni”. E’ anche per questo motivo che Unipol sta ragionando in queste settimane “su cessioni di rami, marchi e premi. Solo FonSai, di marchi ne ha sette o otto. Penso ci siano diversi soggetti interessati” all’eventuale cessione di alcuni marchi sul mercato.
Cimbri si dice inoltre certo che la nascita della cosiddetta ‘Grande Unipol‘ – vale a dire l’agglomerato che nascerà dalla fusione delle tre compagnie assicurative e della holding Premafin – alla fine andrà in porto. “Non ho dubbi” sull’esito dell’operazione “e non ci sono elementi nuovi. Il vaglio dell’Antitrust è parte integrante” del progetto. “Abbiamo parlato con tutte le altre autorità, abbiamo presentato e fornito all’Antitrust quello che ci aveva chiesto e ci aspettavamo il provvedimento. Ora collaboreremo per avere la possibilità di completarlo. Non era e non è nostra intenzione, al di là delle prescrizioni di legge, dare vita ad azioni irreversibili prima di aver ottenuto le dovute autorizzazioni. Riteniamo doveroso andare sul mercato solo ad elementi definiti e ad autorizzazioni ricevute. Non è una novità che non metteremo soldi e non faremo gli aumenti senza l’ok dell’Antitrust. Quello che intendiamo fare è proseguire nella predisposizione del progetto, discuterne e definire i rapporti di concambio. Tutte attività non irreversibili”.
Quello che è necessario capire, ha aggiunto ancora il top manager, “è a cosa si riferisca l’Antitrust. Mi sembrerebbe razionale che si riferisca solo a fatti irreversibili. La delibera di un’assemblea non produce effetti irreversibili, un aumento di capitale sì“.
Nessuna mossa giunta inattesa da parte dell’Authority, dunque, anche se Cimbri non intende restare con le mani in mano in attesa delle decisioni dell’Antitrust. “Stiamo lavorando con loro per far sì che il provvedimento” di blocco del progetto di maxi fusione con la società della famiglia Ligresti “sia circoscritto alle attività irreversibili, non a quelle prodromiche all’operazione. Questo stanno facendo oggi alcuni colleghi e proseguiremo nelle prossime giornate per poter proseguire nella predisposizione del nostro progetto“, ha infatti spiegato Cimbri, aggiungendo che “abbiamo già fatto una serie di valutazioni sulle quote di mercato e sulla necessità di ridurle” viste le dimensioni del gruppo che nascerebbe dalla fusione. “L’Antitrust ha sviluppato un’analisi preliminare e ha deliberato una vera e propria istruttoria formale di 45 giorni. Unitamente a questo ci ha detto di sospendere l’operazione perché vuole fare un’analisi più approfondita“, ha ricordato il top manager. Aggiungendo che “non investiremo soldi senza essere sicuri di aver ottenuto tutte le autorizzazioni dalle autorità. Investiremo se e solo se Consob, Isvap, Antitrust e per quanto le compete anche Bankitalia avranno fornito le autorizzazioni. Da una parte c’è la gestione del gruppo Unipol”, ha concluso Cimbri, “dall’altra la costruzione di tutto quello che serve a questo progetto. Se andremo avanti o meno dipenderà dalle autorizzazioni“.